mercoledì 25 luglio 2012

Il "Dono" del "Peccato originale"

Secondo il racconto biblico tra tutti gli alberi piantati nel giardino, ne erano due particolari: l'"Albero della Conoscenza del Bene e del Male" e l'"Albero della vita". Dio proibì all'uomo di mangiare i frutti del primo, e la disobbedienza portò alla cacciata dal giardino dell'Eden, negando all'Uomo anche i frutti del secondo, come in Genesi 3,22: Poi Dio YHWH disse: «Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre.

Io credo che quella che definisco l'"Eredità degli Antichi Dei" sia rappresentata metaforicamente proprio da questi due 'alberi':
- l'albero della conoscenza
- l'albero della vita

Ancora una volta dimostriamo di seguito la stretta correlazione esistente tra i Sumeri e gli Ebrei, questi ultimi ritenuti addirittura come l'evoluzione degli stessi Sumeri nelle ricerche di Kramer e di Rhol.

Il paradiso dei Sumeri si chiamava Dilmun e può essere identificato nel golfo Persico cioè nelle terre a sud sommerse. In questo luogo dove non esistevano malattie e morte, il dio Enki usava accoppiarsi sessualmente con le dee sue figlie. Dopo aver mangiato i frutti degli alberi creati dalla dea Ninhursag venne da questa maledetto e condannato ad atroci sofferenze. Per far guarire la costola di Enki, Ninhursag creò quindi una dea dal nome Ninti che significa colei che fa vivere, e il significato del nome traslato in ebraico avrebbe originato il nome Eva.

In un altro mito sumero il contadino Shukallituda, non riuscendo a coltivare la sua terra troppo arida, chiese aiuto alla dea Inanna: questa gli consigliò di piantare degli alberi per fare ombra, facendo così nascere la prima oasi, con una tecnica di coltivazione comune nei deserti intorno al golfo Persico. Il mito si conclude con una trasgressione sessuale in cui il contadino stupra la dea addormentata: come punizione per l'affronto Shukallituda è costretto ad abbandonare il suo giardino.

Infine nel mito di Gilgamesh l'eroe cerca l'ultimo uomo sopravvissuto al diluvio, Utnapishtim, il quale conosce la pianta dell'immortalità che cresceva in paradiso. Utnapishtim rivela a Gilgamesh che il paradiso è sprofondato nel mare, allora Gilgamesh recupera una fronda della pianta sul fondo del mare, ma durante il ritorno un serpente divora la fronda e ritorna giovane.

La Genesi e l'Esodo furono scritti dalla classe di sacerdoti ebraici, i Leviti, dopoché furono condotti in Babilonia, a partire dal 586 a.C., nelle terre abitate un tempo dai Sumeri e poi dai Babilonesi, dove si tramndavano le storie e i resoconti sumeri.

È quindi probabile che i compilatori dei testi biblici abbiano adottato e modificato il racconto mitologico sumero sull' E.DIN (come veniva chiamato dai Sumeri). La parola "E.DIN" significava la Dimora dei Giusti

Ma allora cosa rappresentano gli alberi della conoscenza e l'albero della vita?


L'albero della vita

E' lo stesso Yahweh, il dio enlilita veterotestamentario a dirci a cosa corrisponde l'albero della vita: la vita eterna (o apparentemente tale).

Il possesso di questo requisito da parte del genere umano era certamente colto come un rischio da parte della fazione enlilita. Un essere umano dotato del ciclo vitale proprio degli anunnaki sarebbe stato oltremodo pericoloso per la gestione della missione terra e l'equilibrio dell'ecosistema terrestre al quale gli enliliti sembravano tenere in modo particolare.

Ciclo vitale 'divino' che, in quanto noi risultato di un incrocio con gli anunnaki, è presente potenzialmente nel nostro DNA. Il segreto sta nel come attivare quella parte di DNA che consentirebbe all'uomo di ottenere ciò che viene definito 'vita eterna', ovvero trasformarsi, evolversi in "del tutto simili a..." invece che "a immagine e somiglianza di..."

Questi segreti sono inseriti in chiave esoterica negli elementi della cabala ebraica e anche dell'alchimia.


Ma non solo.

La promessa della vita eterna è il punto di arrivo dell'intera dottrina cristiana delle origini. Nei vangeli viene infatti descritto il tentativo di Gesù Cristo di insegnare ai suoi discepoli e attraverso di loro a tutta l'umanità il modo per giungere alla vita eterna.

Vita eterna che trova la sua massima espressione nel momento della "trasfigurazione" di Cristo sul monte Tabor dopo la resurrezione. L'episodio della trasfigurazione è narrato nei tre vangeli sinottici (Vangelo secondo Marco 9,2-8, Vangelo secondo Matteo 17,1-8, Vangelo secondo Luca 9,28-36). Secondo questi testi Gesù dopo essersi appartato con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, cambiò aspetto mostrandosi ai tre discepoli con uno straordinario splendore della persona e una stupefacente bianchezza delle vesti.
E' la conclusione del processo alchemico, che attraverso il passaggio tra le 3 diverse fasi dell'alchimia (Nigredo, Rubedo, Albedo) giunge al "corpo di luce", ovvero alla realizzazione dell'evoluzione umana non più "a immagine e somiglianza di...", ma "esattamente come..."

E tutto ciò è già nelle nostre possibilità! L'esortazione di Gesù a cercare il Regno di Dio dentro di noi è, a mio parere, da leggere proprio in questa ottica.

Il percorso di studi esoterici deve giungere alla consapevolezza del potenziale uomo-dio implicito nel nostro DNA, realizzando il vero messaggio cristiano di quel Gesù, venuto sulla Terra a concludere ciò che il serpente dell'Eden (enkilita) aveva iniziato... e Yahwhe' impedito, quest'ultimo su istruzione di Enlil.


L'albero della conoscenza

L'albero della conoscenza è invece il grande dono che Enki conferisce all'umanità, contravvenendo al volere di Enlil.

La capacità di procreare, la possibilità di realizzare una società umana la quale, nelle aspettative di Enki, avrebbe dovuto dimostrarsi capace di convivere con se stessa e con il mondo che la ospita. La conoscenza del bene e del male, ovvero delle leggi che governano l'intero creato.

Quelle stesse conoscenze che gli Enkiliti conferirono ai primi uomini / semi-dei che riempiono i nostri miti. Quelle stesse conoscenze tramandate nei secoli dei secoli dalle società segrete e occulte classificabili sotto il nome di "Massoneria" dalle prime sviluppatesi in ambito mesopotamico-egizio a quelle più recenti di carattere templare.

Conoscenze utilizzabili per guidare il genere umano su quel percorso auspicato da Enki... o, ahimè, per dominare l'umanità, tradendo l'originale significato del "frutto della conoscenza" e sostanzialmente dando ragione alle percezioni di rischi legate alla visione enlilita dell'uomo sintetizzabile in questo concetto: bestie sono e bestie rimarranno sempre.

Spetta a noi dimostrare che Enlil aveva torto e di aver meritato il dono di Enki rappresentato dalla conoscenza del bene e del male per poter giungere infine alla seconda parte del dono: la vita eterna, ovvero un nuovo livello di consapevolezza.

http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12739

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